giovedì 24 aprile 2008

ROMANZO CRIMINALE



I fatti e i nomi dei personaggi narrati nel libro e nel film sono stati riadattati per esigenze di narrazione, ma rispecchiano comunque fatti realmente accaduti.

La vicenda è ispirata alla storia della Banda della Magliana, nome attribuito dal giornalismo italiano a quella che è considerata la più potente organizzazione criminale che abbia mai operato a Roma, cui vennero attribuiti legami con diversi tipi di organizzazioni quali Cosa nostra, Camorra, 'Ndrangheta, ma anche con esponenti del mondo della politica come Licio Gelli e Loggia P2, nonché estrema destra eversiva e servizi segreti.

Trama [modifica]

Roma, anni settanta. Tre giovani della piccola malavita romana, il Libano (Pierfrancesco Favino), il Freddo (Kim Rossi Stuart) e il Dandi (Claudio Santamaria), amici d'infanzia e compagni sin dai primi piccoli furti si accordano cercando di formare una fitta rete di alleanze tra tutti i "pesci piccoli". Il film inizia con alcuni ragazzini poveri che rubano un'auto, ad un posto di blocco investono un agente ma riescono a scappare. Nel rifugio, una roulotte vicino alla spiaggia, decidono i loro soprannomi (ed il loro destino), arriva la polizia e scappano ma vengono presi. il Libanese si ferisce alla gamba, il Dandi scappa, e Andreino muore. Alcuni anni dopo il Libanese attende il Freddo all'uscita del carcere e insieme ad altri compiono un sequestro di persona. Formato il gruppo con altri piccoli criminali, tra i quali il Nero (Riccardo Scamarcio), uno spietato neonazista, il loro primo atto è il sequestro del Barone Rosellini, un ricco possidente, poi ucciso non prima di aver ottenuto un congruo riscatto.

Invece di spartire subito i soldi, il Libanese propone a tutti i componenti del gruppo di formare una banda, e di investire nel traffico dell'eroina, mettendo in piedi una vera organizzazione criminale che riesce in poco tempo ad assumere il controllo assoluto del traffico di droga a Roma, estromettendo - o eliminando fisicamente - i vecchi boss. Presto le loro mire si espandono verso altri campi, come quello della prostituzione e del gioco d'azzardo, e si alleano con la mafia siciliana, oltre ad ottenere la protezione degli "uomini senza volto", a cui lo Stato, nella persona del misterioso Dottor Carenza (Gianmarco Tognazzi) affida lavori segreti e sporchi.

Nasce così la leggenda della Banda della Magliana, che metterà a ferro e fuoco la città, le cui vicende si intrecceranno con gli avvenimenti più misteriosi della storia d'Italia per oltre 25 anni, tra cui l'omicidio di Aldo Moro e la strage di Bologna.

L'unico a intuire lo strapotere del gruppo criminale è il commissario Scialoja (Stefano Accorsi), osteggiato, però, dai superiori. Nelle sue indagini intreccia un'ambigua relazione con Patrizia (Anna Mouglalis), una prostituta, donna del Dandi.

Con il rafforzarsi della banda cresce anche l'ambizione di Libano, che spinge il gruppo ad osare sempre di più. Contemporaneamente Freddo si innamora dell'innocente Roberta (Jasmine Trinca), con la quale vorrebbe ritirarsi, disgustato dalla connivenza con la mafia e i politici. Libano, preoccupato e sotto pressione, viene accoltellato da uno dei suoi scagnozzi per un debito di gioco non onorato.

Guidata da Freddo e Dandi, la banda ritrova la sua unità per vendicare la morte dell'amico e boss, ma la morte del capo carismatico segna comunque l'inizio della fine: incastrata da un delatore, il Sorcio, tutta la banda viene arrestata e condannata, meno Dandi, protetto dalle alte amicizie.

Freddo, pur di evadere e rivedere Roberta, si inietta del sangue infetto di un malato di AIDS fornito da un medico cocainomane amico del Dandi. Il sangue, in ogni modo, lo avrebbe condotto alla morte nel giro di poco tempo, sebbene la sua fine sia dipesa da un regolamento di conti da parte dei servizi segreti, poiché egli, spinto dalla morte di Roberta, dalla malattia e dal disgusto, decide di confessare tutto quanto sa della banda e delle losche protezioni di cui è beneficiaria. La banda è ormai divisa ed iniziano i regolamenti di conti interni che porteranno ad un lungo bagno di sangue. Uno ad uno i componenti scompariranno, inghiottiti dagli stessi pericolosi giochi di potere di cui erano stati creatori. Sul finire del film un accenno piuttosto marcato all'implicazione dei servizi segreti e di altre forze statali nell'ambito di tutta la vicenda, e quasi una sorda compassione nei riguardi di quelli che furono sì carnefici, ma vittime al tempo stesso.

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